“Se l’Inter incrocia un’avversaria che gioca a calcio bene, preferibilmente palla a terra, e si applica con umiltà per limitare le soluzioni sempre uguali a se stesse dei nerazzurri, allora la formazione di Inzaghi va in affanno”. Lo scrive la Gazzetta stamattina per commentare il pari interno con il Bologna dell’Inter. “Strane sensazioni, simili a due anni fa: c’è una squadra che sembra migliore delle altre, e probabilmente lo è, eppure non riesce a primeggiare. Anche quella visse col Bologna una giornata nera, destinata a essere decisiva nella corsa allo scudetto. Che andò al Milan”.
“Di sicuro l’Inter non sa essere imprevedibile. Mai. Che Inzaghi inizialmente se la giochi sempre allo stesso modo – non cambia schema ormai da oltre un lustro, dai tempi della Lazio – ci sta, ogni allenatore ha le sue convinzioni, alcuni le seguono con maggiore testardaggine rispetto ad altri. Ma c’è qualcosa che Simone fa per sorprendere l’avversario a gara in corso se l’incontro ha preso una piega che non lo soddisfa – si domanda la rosea -? Anche contro il Bologna, quando doveva riprendere in mano il risultato dopo avere buttato il doppio vantaggio, ha cambiato mezza squadra però solo e sempre ruolo su ruolo: medesimo schema, stesse soluzioni. Cambiare tutto per non cambiare niente, insomma. La partita è studiata in ogni dettaglio, ma procede su un binario stabilito; se c’è da deviare per aggirare un ostacolo, non si trovano vie alternative. Non spariglia mai, non prova mai a far saltare il banco con un colpo a sorpresa”, l’accusa della rosea al tecnico dell’Inter.
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