lautaro capitano

Lukaku lo ha chiamato pure lui. Perché per tanto tempo sono stati la stessa faccia di un attacco chiamato LuLa e tutto funzionava a dovere. Ma il belga non ha risposto. Lautaro Martinez lo ha racconta in un’intervista concessa a La Gazzetta dello Sport. Il giocatore, che si trova in Giappone in tournée con l’Inter, ha parlato della delusione rispetto a quanto fatto dal suo ex compagno e ha detto:

«Ci sono rimasto male, è la verità. Anche io ho provato a chiamarlo in quei giorni di caos, non mi ha mai risposto, lo stesso ha fatto con altri miei compagni. Dopo tanti anni insieme, dopo tante cose vissute insieme, sono rimasto deluso. Per carità, è una scelta sua. Gli auguro il meglio. Ma non mi aspettavo questo atteggiamento».

Comprensibile, ma per lui ora comincia una stagione speciale, con addosso la fascia di capitano dell’Inter:

«Indossarla vuol dire assumersi più responsabilità dentro la squadra, dentro lo spogliatoio. Ma io l’ho sempre fatto anche prima. Ho un obiettivo: dare una mano ai compagni che hanno bisogno. Via giocatori importanti? Vero, ma io sono pronto. Per me è un vanto, voglio essere all’altezza dei tanti campioni che hanno indossato la fascia nella storia dell’Inter e rendere tutti orgogliosi di me. Sono alla mia sesta stagione qui: capisco tutto, conosco tutto, quello che ho imparato lo metto a disposizione. Ai nuovi arrivati ho detto che se sono arrivati all’Inter è perché hanno qualcosa e sono stati scelti, non per caso. Quando giocherete date tutto e poi al resto penserà l’amore dei tifosi», ha sottolineato.

Al futuro si pensa quando arriva

Sul futuro non si sbilancia troppo e non fa promesse, si sofferma sulla concretezza del presente:

«Dove sarò tra cinque anni? Non lo so. Non mi piace mescolare il presente col futuro: si rischia solo di sbagliare. E io mi voglio godere l’Inter. Sta crescendo questa squadra. Lo scorso anno abbiamo mantenuto alta l’asticella. L’Inter sta lavorando bene, si vedono i risultati e si raccolto i trofei. Abbiamo riportato anche la squadra in finale di Champions. Vero, abbiamo perso tanti punti in campionato, ma dobbiamo ripartire da Istanbul perché quella gara ha fatto crescere ognuno di noi. Abbiamo lanciato un segnale. Il gol fallito quel giorno? Credo di aver fatto la scelta giusta, c’è chi mi dice che avrei dovuto passarla a Brozovic o Lukaku ma in quel momento l’ho pensata in quel modo, Guardiola era già a terra. Mi porto dietro quanto di buono abbiamo fatto quella sera».

Obiettivo scudetto

«Da quando sono diventato capitano penso di voler vincere perché devo alzare io la Coppa dello scudetto. Adesso la gente si aspetta tanto da noi e da lì dobbiamo ripartire. Questa è una società abituata a vincere. E abbiamo fame. Io voglio vincere sempre, anche le partitine in allenamento. E questo messaggio voglio trasmetterlo ai più giovani. Nessuno l’anno scorso pensava saremmo andati in finale. E allora dobbiamo crederci anche quest’anno, ci siamo guadagnati il rispetto di tutti», ha spiegato

 

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