È l’estate del 1997. Il 25 luglio del 1997. Un giorno normalissimo per molti, un giorno importante per la città di Milano. Sulla scena nerazzurra appare Ronaldo. L’operazione di mercato più maestosa di quegli anni: il club nerazzurro spende circa 160 miliardi di lire, di cui 48 miliardi, più 3 miliardi di indennizzo, vanno nelle casse del Barcellona. L’acquisto del fenomeno è stato, in quel periodo, il più costoso della storia del calcio.

Ha 21 anni, pesa circa 73 kg. Pronto per lui un ingaggio da 6,5 miliardi a stagione, più 4,5 di sponsor.

Al primo tocco ti superava, al secondo ti bruciava e al terzo ti umiliava, un fenomeno

Il 31 agosto arriva l’esordio in serie A, concludendo la stagione con 25 gol, che, però, non bastano all’Inter per vincere lo scudetto, ma bastano al Fenomeno per conquistarsi prima il pubblico nerazzurro e successivamente la fascia da Capitano del club.
Purtroppo la sfortuna è stata protagonista nella sua carriera a Milano: dal 1998 al 2001 l’attaccante è costretto a saltare numerose partite per diversi infortuni, che limitano le sue presenze in nerazzurro.
Sebbene le speranze fossero altissime, il brasiliano non riesce a riprendersi del tutto per il suo ultimo anno con il club, quel famoso anno dello scudetto perso all’ultima giornata. Con l’Inter ha vinto una coppa UEFA e il suo primo pallone d’oro.

Un giorno normale per molti, il giorno dell’inizio di una grande storia per altri. Quella storia che racconti ai tuoi figli, quella storia, che noi figli, abbiamo sentito per anni.
Una leggenda del calibro di Pelé e Maradona ai tempi d’oro, un calciatore di un altro calcio.
Un uomo che ha legato al pallone la sua vita, è caduto e si è rialzato, ha perso e ha vinto.

Come si può spiegare qualcosa di eccezionale e sorprendente a qualcuno che non lo ha mai visto?

Un giorno normale per molti…

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