Ieri come un lampo in una giornata di sole, arriva la notizia della scomparsa di Siniša Mihajlović, la malattia che combatteva ormai da tempo ha avuto la meglio.

Le sue vittorie da calciatore sono memorie indelebili per gli amanti del calcio, come il suo sinistro magico con il quale ha insaccato le sue letali punizioni.

Sinisa veniva da un paese in guerra, è sempre stato un lottatore, molte volte anche con modi un po’ bruschi e poco carini, ma è sempre stato vero e sincero.

Già, un uomo vero in un business ormai falso, molte volte anche davanti ai microfoni televisivi ha sempre detto ciò che pensava, anche le verità più scomode, senza paura.

L’apice della sua personalità è venuto fuori con l’annuncio della leucemia, in quel maledetto sabato del 2019, sempre a modo suo ma con un volto vistosamente sofferente, a petto in fuori pronunciando “Vincerò io”.

Figuriamoci se uno come lui non avrebbe affrontato la situazione con determinazione e tenacia, lotta come un guerriero, perché è quello che è.

Ed infatti ha sorpreso tutti quando alla prima di Campionato si è presentato sulla panchina del suo Bologna, dando anche una scossa e un esempio alle tante persone che lottano come lui.

Torna ad allenare e fare ciò che più ama, ma a Settembre viene esonerato dal Bologna, si dedica alle cure e alla sua lotta.

Le partite si sa hanno due tempi, ma questa volta per lui il secondo tempo è stato fatale, il suo corpo cede.

Non sarà stato uno stinco di santo, ma nessuno lo è, ma ha dato a tutti una lezione di come si affrontano queste cose, senza essere falso, sempre a testa alta.

Questa partita non meritava di perderla.

 

Ciao Sinisa.

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