Comincia oggi il più inedito (e criticato) mondiale della storia e sei giocatori dell’Inter saranno in Qatar con le rispettive nazionali, mentre la dirigenza nerazzurra riflette il da farsi nel breve e nel medio periodo.
Pochi giorni fa è stato presentato il libro di Marco Bellinazzo sui poteri che stanno condizionando, forse in maniera irreversibile, il destino del calcio di oggi. Invitato alla presentazione, Marotta ha fatto il punto sulla società parlando di contratti in scadenza che potrebbero portare ad addii anticipati di alcuni giocatori. E’ possibile che già a Gennaio Gosens possa essere ceduto, mentre le riflessioni su Gagliardini e Correa sono già in corso da parte della proprietà, che in parallelo sta sondando il terreno per Alcaraz e Marcus Thuram
Da quello che abbiamo imparato la dirigenza dell’Inter sa muoversi bene nelle difficoltà riuscendo a restare competitiva, nonostante i noti problemi economici della proprietà. Da quello che trapela Zhang padre vorrebbe vendere l’Inter anche nel breve periodo, mentre Steven sembrerebbe contrario, il che riflette inevitabilmente una confusione interna che ostacola le strategie per il futuro.
A quasi metà campionato l’Inter si trova agganciata alle altre squadre di testa ad eccezione del Napoli che sembra aver fatto il vuoto attorno a sè, e il rammarico per aver perso parecchi punti negli scontri diretti suggerisce che per lo scudetto occorra una rimonta che avrebbe dello storico. In Champions invece l’Inter ha sorprendentemente raggiunto gli ottavi eliminando il Barcellona con due partite che resteranno a lungo nella memoria, ed ora l’accoppiamento col Porto lascia ben sperare anche per il passaggio ai quarti, a condizione di non sbagliare atteggiamento o di sottovalutare gli avversari. Un traguardo ad inizio stagione non preventivato, che conferma (stavolta in positivo) la natura imprevedibile dell’Inter.
C’è però prima una Supercoppa Italiana da giocare col Milan a Riyad, un trofeo che all’Inter manca da tanto tempo e che potrebbe arricchire la bacheca in un’annata imprevedibile come quella attuale, soprattutto se le prospettive per il titolo al momento restano piuttosto tiepide.
All’orizzonte la questione stadio, diventata oggi una sabbia mobile e pilotata ad arte dalla politica per rinviare all’infinito una vicenda che ormai ha sfinito tutti al limite dell’imbarazzo. Il sindaco Sala ha galleggiato a lungo in una sfuggente ambiguità dichiarandosi favorevole alla nuova cattedrale del calcio ribadendo però che San Siro avrebbe dovuto essere abbattuto. Una vicenda interminabile che sta paralizzando Inter e Milan impedendo ai club di fare quel salto di qualità necessario per raggiungere lo status delle migliori squadre europee. Oggi viviamo in un Paese che non riesce a costruire stadi di proprietà e di conseguenza non capisce (o non vuole farlo) quanto sia fondamentale generare profitti cambiando anche radicalmente la cultura dei tifosi. Ai tifosi questo argomento interessa, ma fino ad un certo punto, fin quando la squadra viaggia nei primi posti della classifica. Nell’immediato è più importante chiedersi se Skriniar resterà e se Lukaku tornerà quello di un tempo.
Le questioni importanti si giocano sempre altrove, lontano dai tifosi e spesso vengono rinviate a tempo indeterminato per non assumersi le responsabilità.
Avanti Inter