Un’altra partita pirotecnica, un’altra partita sconsigliata ai deboli di cuore. In sintesi potrebbe essere questa la definizione della partita di ieri sera, dopo aver ammirato una buona Inter per la prima mezz’ora, avanti di due gol e in apparente controllo della gara.
Ma la natura dell’Inter prevede la creazione di complicazioni dall’interno e così lo sciagurato intervento (da espulsione, diciamolo senza vergogna) di Dimarco ha ridato coraggio alla Fiorentina e inaugurato un secondo tempo pazzo con un finale epico, tre punti pesanti in cascina grazie al rocambolesco gol allo scadere di Mkhitaryan
In mezzo alla partita, un’altalenante Inter rimontata due volte dalla Fiorentina, un Lautaro Martinez mostruoso per efficacia e partecipazione alla manovra, un Correa sempre più corpo estraneo alla squadra. Una squadra che aspira a recuperare terreno sulle avversarie non può però permettersi di incassare tre gol in una partita apparentemente chiusa dopo mezz’ora, ma soprattutto non può rintanarsi in area per difendere il vantaggio, rinunciando a ripartire per chiudere la partita. Su questo atteggiamento di squadra Inzaghi dovrà lavorare parecchio, anche se va riconosciuta alla sua Inter la determinazione per riportarsi ogni volta in vantaggio, un segnale di determinazione e di unità di intenti della squadra, non così scontato fino a qualche settimana fa.
Era dalla gestione Conte che l’aggettivo pazza aveva quasi smesso di essere associato all’Inter, ma dopo il pareggio col Barcellona e la vittoria di ieri sera ogni ragionevole sospetto che sia tornato attuale è di nuovo legittimo. Dopo il festival di Firenze l’Inter ha la peggiore difesa in trasferta del campionato, addirittura peggiore delle squadre che lottano per non retrocedere. E’ un indicatore preoccupante al quale urge porre rimedio, perchè la storia ci insegna che i campionati si vincono sempre prendendo pochi gol.
Mercoledi inizia per l’Inter un filotto di partite ravvicinate, cominciando con la sfida decisiva di Champions col Victoria Plzen. Urgono i rientri di Lukaku e Brozovic, coi quali auspicabilmente aumenteranno qualità, spessore di squadra e personalità. I bonus stagionali per l’Inter sono finiti, ma non è detto che per una squadra ritornata pazza giocare in queste condizioni sia necessariamente uno svantaggio.
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