In una chiacchierata con La Gazzetta dello Sport a microfoni spenti, GB Olivero intervista sul quotidiano di oggi Simone Inzaghi che non sarà esonerato adesso dall’Inter. Ma il quotidiano svela cosa è filtrato dalla chiacchierata e come Simone vuole uscire dalla crisi: “Simone non ha alcun dubbio sul comportamento dei giocatori. Anzi, lo spogliatoio rema compatto nella stessa direzione e segue le indicazioni dell’allenatore che, se non fosse così, non si farebbe problemi ad appendere qualcuno al muro di Appiano come accadde anni fa alla Lazio. Però avverte l’impressione che in campo ognuno cerchi di risolvere le cose per conto proprio e non appoggiandosi ai compagni per superare le difficoltà da squadra. Così in alcuni momenti della partita l’Inter sembra slegata e, come più evidente conseguenza, fioccano ammonizioni e calci d’angolo per gli avversari”
Inzaghi alla Gazza va oltre: “È soprattutto un problema mentale: c’è un po’ di ansia e la frenesia genera ulteriori complicazioni. Una squadra come l’Inter non può concedere così tanto a difesa schierata: solo ragionando da gruppo si può uscire dalla crisi. Poi c’è anche il campo, ossia lo sviluppo di quel gioco che l’anno scorso aveva conquistato tutti. Era un’Inter rotonda, offensiva che abbinava il divertimento ai risultati”.
Su Lukaku e gli altri singoli
“Per mettere a suo agio Lukaku, bisogna mediare tra le due versioni ma servono tempo, pazienza e lavoro. Però l’infortunio del belga ha interrotto il processo. In pratica l’Inter ha perso Perisic senza inserire ancora Lukaku. Non è un alibi, Inzaghi non ne cerca, ma è la constatazione oggettiva di una difficoltà. E Skriniar deve ancora probabilmente resettare la sua estate da “sacrificabile”: uno scombussolamento è naturale e il calendario intasato, che impedisce di allenarsi bene, ha complicato le cose. Lo sanno anche i dirigenti il cui rapporto con Inzaghi è sempre forte. Nei momenti di crisi viene sempre messo in discussione l’allenatore e anche alcune mosse di Inzaghi sono state criticate internamente (come i cambi, che però a Udine servivano soprattutto a dare uno scossone alla squadra che stava lasciando la gara nelle mani degli avversari), ma Marotta è consapevole delle difficoltà nelle quali Simone si è trovato a lavorare”.