Galante

Tuttosport propone oggi un’intervista a Fabio Galante, ex difensore nerazzurro negli anni ’90 e oggi ancora legato al club e protagonista di alcune iniziative insieme alla società. “È sotto gli occhi di tutti che questo sia un periodo non facile, ma penso e spero provvisorio. I nerazzurri hanno tutto per ripartire alla grande. Certo, si deve cambiare rotta, ma questo lo sanno Inzaghi, la dirigenza, i calciatori: tutti – spiega Galante – Ai miei tempi Simoni venne mandato via dopo aver battuto il Real Madrid in Champions e la Salernitana in Serie A. Noi eravamo tutti con l’allenatore, volevamo bene a Gigi e il suo esonero fu un fulmine a ciel sereno. Se terrei Inzaghi? Io sì. Credo che l’allenatore sia con la squadra e viceversa. Sono convinto che la dirigenza interista sappia con certezza se il mister abbia o meno il polso dello spogliatoio”.

Come avrebbe reagito al posto di Bastoni?

Da ex difensore, però, Galante ammette che al posto di Bastoni si sarebbe arrabbiato davanti al cambio al 31′. “Da calciatore mi sarei arrabbiato, perché avrei pensato: “Perché non mi toglie all’intervallo?” Inzaghi però imparerà dall’accaduto anche perché ci saranno sempre due ammoniti al 30’ del primo tempo. La sua è stata una scelta forse azzardata e affrettata, ma col senno del poi l’avrà capito pure Simone. Poi attenzione, qualora l’Inter avesse vinto, le dico con certezza che non si sarebbe mai parlato dei cambi. Gli allenatori sono i primi ad essere messi in discussione, basta non vincere due partite. Già nella passata annata Inzaghi subì alcune critiche. Una società non può cambiare 25 giocatori e in generale quindi per dare una scossa, quando non arrivano i risultati, si cambia l’allenatore. Vale per chiunque faccia questo mestiere”.

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