A photo taken on April 6, 2016 shows the logo of European football body UEFA at the UEFA headquarters in Nyon.
Swiss police raided the headquarters of European football body UEFA on April 6 following the latest revelations of a web of Panama-based offshore financial dealings by the rich and famous. The raid came after the so-called Panama Papers revealed that newly elected FIFA president Gianni Infantino signed TV rights contracts for the Champions League with a company headed by two defendants later caught up in the corruption scandal that engulfed football's world body.
/ AFP / FABRICE COFFRINI (Photo credit should read FABRICE COFFRINI/AFP via Getty Images)
Il Psg non vince ma è in testa: la classifica di chi incassa di più dalla Champions League. Così l’Uefa crea una élite di pochi top club:
Champions League e i premi
Il report sui premi Uefa è stato presentato con un anno di ritardo e riguarda l’edizione 2020-21 vinta dal Chelsea, ma permette di tirare le somme sul ciclo triennale appena concluso. Riassumendo in una frase: criteri da Superlega per evitare la creazione della Superlega
Il podio dei premi
Il Paris Saint Germain è campione d’Europa. Ciò che il club di proprietà qatariota non riesce a ottenere sul campo, a dispetto dei munifici investimenti, è arrivato sotto il profilo economico. È quanto emerge dai recenti dati pubblicati dalla Uefa sulla ripartizione degli introiti di Champions League. Nessuno nel triennio 2018-2021 ha incassato tanto quanto i parigini, che hanno raccolto 322 milioni e 538mila euro, distanziando di 15 milioni il Manchester City secondo in classifica e di 20 il Barcellona terzo.
La classifica totale
Facile notare come nessuna delle tre squadre abbia sollevato il trofeo nelle edizioni considerate, mentre una delle tre vincitrici (il Chelsea) è addirittura al decimo posto con poco più di 198 milioni di euro, alle spalle di Bayern Monaco (301), Liverpool (278), Real Madrid (275), Juventus (262), Atletico Madrid (252) e Borussia Dortmund (210). Dati emblematici sull’unicità di orientamento delle riforme Uefa, sempre orientate verso format e ripartizioni elitarie che non solo cristallizzano i rapporti di forza già presenti, ma spingono verso un costante incremento del gap tra i top club e il resto.
Le particolarità dei premi
Presentato con un anno di ritardo per ragioni non specificate, il report sui premi Uefa riguarda l’edizione 2020-21 di Champions vinta dal Chelsea in finale sul Manchester City, ma permette di tirare le somme sul ciclo triennale appena concluso. Osservando la sola stagione 20/21 è facile notare diverse discrepanze. Se Chelsea a City sono logicamente i maggiori beneficiari dei trasferimenti Uefa, con i Blues che si avvicinano ai 120 milioni (119.779.000 la cifra esatta) e il team di Guardiola poco distante (119.081.000), scorrendo la graduatoria ci si imbatte nel Barcellona e nella Juventus che, a dispetto dell’eliminazione negli ottavi, occupano rispettivamente la settima e l’ottava posizione. Più in alto di club quali Borussia Dortmund e Porto, che invece nell’edizione in oggetto sono entrate tra le migliori otto sul campo, arrivando ai quarti. I tedeschi hanno incassato 6 milioni in meno del Barcellona e 4 della Juventus, mentre i portoghesi sono addirittura fuori dalle prime dieci, con 75 milioni ricevuti contro i quasi 85 dei catalani e gli 83 dei bianconeri.
I criteri di ripartizione
Un simile risultato ha origine dalla scelta della Uefa di premiare in percentuale maggiore rispetto al passato lo status e la bacheca delle società. Per il periodo 2018-2021 i criteri di ripartizione prevedevano: che le prestazioni sul campo avrebbero inciso sulla ripartizione degli introiti solo per il 30%. Una percentuale era riservata al coefficiente derivante dalla posizione del club nel ranking Uefa; calcolato sulle prestazioni degli ultimi diecianni, unito ai trofei vinti in passato.
Gli strani incassi di qualche squadra
Il Paris Saint Germain che, nonostante una finale, una semifinale e un ottavo, è arrivato a mettere in cassa 44 milioni in più del Liverpool campione d’Europa 2020; eliminato agli ottavi e ai quarti nelle altre due stagioni. Oppure la Juventus, fuori una volta ai quarti e due agli ottavi, che sopravanza di quasi 100 milioni l’Ajax, le cui prestazioni sono state simili a quelle dei bianconeri, con una eliminazione alle semifinali, una agli ottavi e una ai gironi.
Le distorsioni sugli incassi
Le citate distorsioni derivano principalmente dalla quota relativa al market pool, ovvero dalle entrate dei diritti tv dei singoli paesi. In questo campo il Psg è favorito poiché, portando la Francia solo tre squadre in Champions, la fetta da dividersi risulta maggiore. Nel caso dell’Ajax invece pesano i bassi introiti derivanti dal mercato olandese, basti pensare che Tottenham Hotspur e Manchester United si avvicinano ai ricavi degli ajacidi (166 milioni contro i 165 degli Spurs e i 155 dei Red Devils) nonostante nel triennio in questione abbiano preso parte alla Champions solo due volte.
Il risultato di questo sistema
Il risultato di questo sistema distributivo è che i club nella top 10 hanno incassato 2.7 miliardi di euro, pari al 47% dell’ammontare totale dei premi, con il 53% ripartito tra tutte le società rimanenti. Riassumendo in una frase la politica Uefa: criteri da Superlega per evitare la creazione della Superlega. Tanti soldi per pochi e al resto le briciole, con non più una ma due coppe come contentino, ovvero l’Europa League e la Conference League.
I numeri degli incassi sui campionati
Dai numeri sulla stagione 2020/21 emerge che, in media, un club di Premier League partecipante alla Champions ha incassato oltre 4 volte più di uno partecipante all’Europa League: 102 milioni contro 22. Le cifre non si discostano molto anche guardando gli altri campionati principali: per la Liga il rapporto è 81 milioni contro 21, per la Bundesliga 67-12, per la Serie A 60-19, per la Ligue 1 63-10. Una situazione che il triennio 2022-2024: è destinato a radicalizzare ulteriormente, con una competitività sempre più ristretta al circolo dei soliti noti club dell’élite, destinati a vincere anche quando perdono.