Innanzitutto devo confessare una cosa: ho fatto largo uso del copiaincolla per scriverne il nome: Mkhitaryan non sappiamo se sarà impattante nell’Inter che verrà ma di sicuro sarà il terrore di ogni stamperia che dovrà produrne magliette.

A parte gli scherzi (che scherzare si deve, è calcio e credo che vada sempre alleggerito), siamo qui per cercare di capire perchè l’Inter si è lanciata su questo giocatore e che utilità potrà avere nel gioco di Inzaghi.

Una cosa è nota: Mone ama i giocatori che sanno cosa farsene del pallone e che sono in grado di fare la scelta giusta, un concetto che troppo spesso sfugge a chi guarda le partite. Se è ovvio che ci si entusiasma per un numero di alta scuola è anche vero che il calcio rimane un gioco collettivo, dove una giocata deve essere funzionale prima ancora che bella.
L’effetto WOW piace a tutti, in certi casi può essere determinante, ma un gioco solido è quello che alla lunga fa portare a casa i ritultati, e sono le scelte che fanno la differenza tra un giocatore di calcio e un calciatore.

Mkhitaryan è calciatore di una certa classe, rapido nel pensiero, molto bravo coi piedi e piuttosto intelligente. Detta così sembra il colpo dell’anno ma vanno dette un paio di cosette:

Mkhitaryan ha 33 anni, compiuti a gennaio, e questo non lo mette certo nel novero delle promesse o dei giocatori su cui ragionare in una prospettiva di più di un paio d’anni:

A dispetto di quanto si sente in giro, Mkhitaryan negli ultimi due anni ha subito solo due infortuni muscolari (uno per anno) che lo hanno costretto a rimanere lontano dai campi per circa un mese: abbastanza normale, considerando che un fisico di 33 anni non reagisce con la stessa rapidità di uno di 23 i tempi sono ampiamente nello standard dei suoi colleghi.

Siccome però il tempo va in avanti è abbastanza logico nell’analisi inserire la variabile infortuni, e bisogna essere consci che le probabilità che l’armeno faccia una stagione in cui è perennemente disponibile sono un po’ scarse. Dall’altra parte va ricordato che non stiamo parlando di un titolare fisso, ma di un giocatore necessario a fare turnover mantenendo una determinata qualità di gioco e che non vada a sconvolgere l’equilibrio tattico dell’Inter, cosa successa quest’anno e che ci è costato il titolo molto più dell’ingenuità di Radu.

Quando non erano disponibili Brozovic o Calhanoglu, Inzaghi era costretto a schierare Gagliardini o Vidal o Vecino, giocatori che hanno il loro perchè con compiti diversi da quelli richiesti. E si è visto, ma è anche vero che quando ti giri verso la panchina devi fare con quello che hai, non con quello che vorresti.

Mkhitaryan quello verrebbe a fare: il “quarto titolare” di un centrocampo a 3.

Economicamente è un parametro 0, quindi per lui si paga esclusivamente la commissione al procuratore e lo stipendio al lordo, che se ho capito bene beneficia ancora di qualche detrazione. Chi scrive però non è ferrato in materia economica o fiscale, quindi tendo a sorvolare sugli argomenti che conosco poco, rischio solo di scrivere delle inesattezze.

Chiaro che non si parla di proporre dei quadriennali, ma considerando il momento non esattamente esaltante delle finanze interiste una politica utile può essere prorpio quella di puntare su giocatori a basso costo di mantenimento che possano mantenere una qualità alta in un periodo abbastanza breve senza pesare in modo spropositato sul bilancio (o farlo troppo a lungo).

Dal punto di vista tattico Mkhitaryan è un trequartista, in grado di ricoprire il ruolo di mezzala libera in un centrocampo a 3, e si potrebbe anche pensare di utilizzarlo al posto di Calhanoglu facendo scalare quest’ultimo a fare il vertice basso in caso di assenza di Brozovic. Facendo scendere entrambi nella fase di primo possesso ci si potrebbe garantire una buonissima qualità di palleggio e una facilità di svincolarsi dal pressing alto avversario mantenendo una circolazione pulita, ma non solo: essendo particolarmente portato alla fase di attacco potrebbe addirittura operare come seconda punta in certe situazioni. La sua capacità di galleggiare negli half-spaces lo rende un giocatore in grado di partecipare spesso alla manovra, e non così facile da marcare a meno di non sacrificare un difendente per seguirlo a uomo.

In sostanza la sua utilità sarebbe molteplice, potendo operare principalmente come mezzala libera, scalando in basso, allargandosi in avanti o centralmente salire dietro l’attaccante. Essendo un giocatore aspecifico di volta in volta saprebbe adattarsi alla situazione, anche grazie alla sua esperienza (anche in campo internazionale).

Come si nota è una specie di coltellino svizzero, che al netto dei malus legati all’età può tornare utile in molte occasioni, e il motivo per cui l’Inter ci si è fiondata con una certa rapidità credo sia proprio quello: è un profilo adatto alla visione del calcio di Inzaghi.

Mkhitaryan non è un gigante fisicamente, non è eccellente nel recupero del pallone o nel primo pressing, ma è molto intelligente: i suoi movimenti senza la palla sono precisi e puntuali, vede il gioco in avanti e lateralmente e ha una buonissima gestione dei ritmi del gioco: non è insomma uno che abbassa la testa e punta. Ha anche un’altra caratteristica molto spesso sottovalutata: è molto bravo a calciare i piazzati e questo torna estremamente utile nel calcio moderno, soprattutto nell’Inter che è una delle squadre più pericolose d’Europa sulle palle inattive, frutto dei tanti centimetri disponibili.

Proprio questi sono i motivi per cui Mourinho e la Roma stanno cercando di trovare un modo per trattenerlo un altro anno a Roma: Mkhitaryan è un giocatore strategicamente importante per mantenere un certo livello di competitività nell’unica squadra italiana che ha portato a casa un trofeo europeo dopo tanto tempo.

Forse non sarà il supertop per cui farsi scrivere il nome sulla maglia ma hey, dovete vedere il lato positivo! Almeno non è Blaszczykowski.

Chiaro che ogni tifoso vorrebbe un giocatore giovane, fortissimo, economico, con esperienza internazionale, pure tifoso della maglia magari, ma noi qui stiamo parlando di calciatori, non di unicorni. Per quelli in edicola c’è l’imbarazzo della scelta.

 

Confesso che sono due anni che me lo prendo al Fanta, ma l’anno scorso a gennaio l’ho scambiato con Eriksen. Al cuor non si comanda.

 

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