Nascita dell’ appellativo “Beneamata”
27 maggio 1964, a Vienna, Real Madrid e Inter disputano la finale di Coppa dei Campioni.
L’Inter si impone 3 a 1 ed ecco che Gianni Brera, nell’articolo da lui scritto per il quotidiano Il Giorno usa il termine “Beneamata” riferendosi all’ Inter.
“Ecco qua, cara vecchia Inter, Beneamata dai milanesi, mentre nel celebre Prater di Vienna si celebra il tuo trionfo, noi stentiamo a cavare dall’ormai annoso mestiere il minimo indispensabile a esprimere la nostra gioia di sportivi.
E’ questo il nostro destino, il tifo logora e sconvolge, dopo aver tanto esultato. L’amara chiusa è perfino umiliante per chi ben altre note avrebbe voluto battere sulla tastiera della portatile.
Viva l’Inter, grido allora, e scendo anch’io come tanti pazzarielli a correre e a vociare intorno ai nostri ragazzi”.
Gianni Brera
Gianni Brera è stato uno scrittore e giornalista sportivo che grazie alla sua inventiva e alla sua padronanza della lingua italiana ha lasciato una profonda impronta sul giornalismo italiano con un lascito di numerosi neologismi da lui inventati e accolti nell’uso del linguaggio calcistico italiano.
Oltre alla nascita dell’ appellativo “Beneamata”, Gianni Brera conia tantissimi soprannomi che sono rimasti scolpiti nella memoria degli sportivi italiani:
Accaccone riferito ad Helenio Herrera, accacchini riferito ad Heliberto Herrera, bonimba riferito a Roberto Boninsegna, piper per Gabriele Oriali, prestipredatore per Aldo Campatelli, deltaplano per Walter Zenga, mazzandro per Sandro Mazzola, Giacinto Magno riferito a Giacinto Facchetti.
Tifoso del Genoa
Brera si definiva un tifoso del Genoa, per la quale squadra inventò il termine “Vecchio Balordo” che è ancora oggi annoverato fra gli appellativi con i quali i tifosi del Genoa chiamano affettuosamente la loro squadra.
Parlando di una delle squadre più vecchie d’Italia, Brera scrisse:« Quando il Genoa già praticava il football gli altri si accorgevano di avere i piedi solo quando gli dolevano.»
Fonte: www.storiainter.com