Al termine di Inter-Fiorentina i volti del Meazza fissano il vuoto. Una squadra col tricolore sul petto raccoglie il settimo punto delle ultime sette partite. C’è chi parla di calo fisiologico o mancanza di idee, come chi non esita a puntare il dito verso giocatori, allenatore e società. La verità, come al solito, risiede nel mezzo di una programmazione coraggiosa, ma non sufficiente. Aldilà dell’esito della stagione, questi due mesi hanno evidenziato tutti i limiti possibili dell’Inter di Simone Inzaghi.
I 90′ minuti di Inter-Fiorentina
Tocca a Calhanoglu non far rimpiangere Brozovic. La difesa trova in D’Ambrosio il sostituto di De Vrij e Vidal cerca riscatto dopo giorni di dichiarazioni non felicissime. Perisic e Dumfries sulle fasce, coppia d’attacco Lautaro-Dzeko.
Così Simone Inzaghi affronta la Fiorentina di Italiano, vera sorpresa di questo campionato. Viola propositivi con Nico Gonzalez, che scalda subito i guanti di Handanovic con un tiro al limite dell’area. L’Inter risponde con una palla di Barella, sporcata da Duncan, con la quale Dzeko si ritrova davanti a Terracciano, ottimo nel coprire la porta ed impedire il gol al bosniaco.
Su una rimessa laterale apparentemente innocua, Lautaro trova una bellissima apertura per Dumfries. Il numero 2 nerazzurro chiude il gigantesco triangolo ridando palla all’argentino in area, che mette dentro il pallone dell’1-0. Il “Toro” si gira subito verso il guardalinee, e fa bene: bandierina alzata, gol annullato per fuorigioco.
Nel secondo tempo si compie il solito registro degli ultimi due mesi. Dopo una buona occasione di Vidal neutralizzata da Terracciano, Nico Gonzalez si infila nell’area interista. Un paio di spallate con Perisic e poi palla in mezzo, sulla quale sbuca Torreira, anticipando Barella e D’Ambrosio: Fiorentina in vantaggio.
Si preannuncia il peggio, se non fosse che, appena cinque minuti dopo, lo stesso Perisic crossa un pallone in area, sul quale piomba Denzel Dumfries: colpo di testa letale, Terracciano non può far nulla. Pareggio nerazzurro.
Pochi istanti dopo, altro episodio chiave della partita. Barella lancia in area un pallone per Dzeko, il quale viene anticipato da Milenkovic. Sulla sfera si avventa Lautaro, che subisce un contatto con Venuti. Chiffi indica immediatamente il dischetto del rigore, ma qualche istante dopo viene richiamato dal VAR. Le immagini sono chiare: Venuti anticipa il Toro, rigore annullato.
Inzaghi toglie Dzeko e Lautaro e si gioca le carte Sanchez e Correa. Carte che si rivelano quasi vincenti, quando il Tucu semina il panico nell’area viola, appoggiando la palla su Vidal. Il cileno si gira e appoggia su Sanchez, che tira a botta sicura. La difesa viola si schiera davanti a Terracciano, mandando la palla in angolo. Sul finale, Ikonè potrebbe far davvero male ai nerazzurri, ma nel faccia a faccia con Handanovic vince lo sloveno.
Triplice fischio. Termina 1-1 a San Siro.
Squadra e allenatore: i nodi societari vengono al pettine
In questo momento, puntare il dito è inutile. La squadra ha mostrato tutti i suoi limiti, allenatore compreso. Nelle ultime partite sono emersi i pro e i contro di un organico buono, ma non devastante come l’anno scorso.
Che si tratti di Dzeko, Correa, Calhanoglu o lo stesso Inzaghi, il concetto non cambia: la realtà caratteriale e tecnica dell’Inter ha subito un involuzione, volente o nolente. Di questo dovrà tenerne conto la società, la quale aveva avviato un progetto di crescita, bruscamente interrotto e, ora più che mai, decisamente difficile da comprendere.
Lo Scudetto è ancora possibile, ma si è passati dall’essere una bellissima soddisfazione ad un rebus sul quale riflettere. Davvero questa squadra era così organizzata e forte, nonostante alcune partenze cruciali? Inter-Fiorentina pare l’evidente risposta a questa domanda.