Nel pre-match di ieri sera i tifosi hanno potuto applaudire, ancora una volta i campioni del passato.
No, non si sono messi la casacca per giocare nella formazione titolare ma, quattro ex inter sono entrati nella Hall of fame nerazzurra e, proprio ieri sera, si è svolta la premiazione.

I vincitori del contest from history to glory del 2021

Pagliuca, Materazzi, Sneijder ed Eto’o hanno fatto la storia dell’Inter e, ieri sera (premiati dal vicepresidente e storico capito dell’Inter Javier Zanetti), sono entrati ufficialmente nella Hall of Fame nerazzurra.

Prima del fischio di inizio di Inter Salernitana, la società nerazzurra ha premiato i quattro ex atleti.
Andranno infatti ad aggiungersi ai compagni premiati negli scorsi anni (Zenga, Zanetti, Matthaus, Ronaldo; Toldo, Facchetti, Stankovic, Meazza; Cesar, Bergomi, Cambiasso, Milito).

Non ti preoccupare, tanto in porta c’è il muro

Questa la frase più comune che si poteva sentire riguardo al portiere dell’Inter tra il 1994 e il 1999.
Da sempre annoverato tra i migliori portieri di sempre ha passato in nerazzurro gli anni d’oro della sua carriera.
Con addosso la maglia nerazzurra ha vinto una Coppa UEFA, quella del 97/98, dove l’Inter ha battuto la Lazio e in campo scalpitava un certo Ronaldo.
Nel periodo all’Inter, Pagliuca, si è anche aggiudicato ben due candidature al pallone d’oro e un quinto posto nella classifica dei portieri migliori al mondo.,
Si è sempre detto molto scontento di quel famoso derby d’Italia del 1998, quello di cui ancora oggi si parla con il fallo di Juliano su Ronaldo:

La Juve in carriera mi ha tolto un pezzo di vita e almeno un trofeo. Non ho mai ingoiato il rospo del rigore negato da Ceccarini per il fallo di Iuliano su Ronaldo in quello Juventus-Inter del ’98.

Nella sua carriera all’Inter tante furono le parate importanti, ma di sicuro, quelle che stanno più nel cuore dei tifosi sono quelle avvenute nei derby della Madonnina: tra le top 3 delle sue parate in queste occasioni troviamo sicuramente:

  • Un colpo di testa schiacciato di Panucci tolto dall’angolo basso
  • Un colpo di testa in tuffo di Weah alzato sopra la traversa
  • Una bordata ravvicinata di Bierhoff respinta a mano aperta

Matrix

In casacca nerazzurra dal 2001 al 2011, Materazzi è una della colonne importanti della squadra di Milano ed uno dei simboli più conclamati di interismo.
Seppur con alti e bassi nelle sue stagioni all’Inter, l’ex difensore si è sempre reso utile alla causa, indirizzando sempre l’Inter verso la vittoria.
In 276 presenze in nerazzurro, Materazzi è andato a segno 20 volte.
Mourinho ha sicuramente contribuito a renderlo il grande campione che è stato e che tutti oggi riconoscono, a dirlo è Matrix stesso:

Di lui ho sempre apprezzato la sincerità. Con lui ho giocato meno, anzi, ho quasi smesso) ma Mou è stato chiaro con me fin dagli inizi. Non giocavo mai ma eravamo molto legati, mi ha aiutato a crescere

Da alcuni visto come un tifoso che sta a bordo campo, Materazzi non ha mai nascosto l’amore per questa maglia e per la sua casa, San Siro, il magnifico stadio che oltre ad avere un posto nel suo cuore, ha anche trovato posto sul suo corpo: l’ex difensore si è infatti tatuato lo stadio in memoria dei tempi d’oro della sua carriera.

Sneijder? Il consiglio di un barista

Estate 2010, Forte dei Marmi.
L’ex presidente Massimo Moratti sta passeggiando per le vie della città quando, ad un tratto, un barista lo ferma, e gli fa un nome, quello di Wesley Sneijder, il cecchino olandese.
Mourinho sognava già da un po’ di poterlo allenare e, non trovando spazio al Real Madrid, la trattiva si è sbloccata con molta facilità.
L’olandese si è rivelato di una grandissima importanza: come quel gol in extremis in Champions League contro la Dinamo Kiev che ha permesso all’Inter di aggiudicarsi la vittoria del premio più ambito tra i club.
Proprio nella finale serve l’assist per il primo gol firmato Diego Milito che però, come tutti sappiamo, si ripeterà, facendo terminare la partita 2 a 0.

Il gol che però tutti i tifosi hanno a cuore risale ad agosto 2009, Milan Inter, l’olandese arrivato a Milano da poco più di 24 ore scende in campo e lascia la sua impronta: gol su punizione, la partita si chiude 4 a 0 per i nerazzurri e questo, fu solo l’inizio di quel magico anno.

Purtroppo i suoi rapporti in nerazzurro non si concludono nel migliore dei modi: dopo la vittoria della Champions League ha subito un periodo sottotono, pieno di infortuni e di prestazioni poco soddisfacenti.
L’ultimo gol in nerazzurro è il primo dei tre segnati contro il Pescara, il 29 agosto 2012.
Non ha mai negato il proprio amore per questi colori e, anche ieri sera, in occasione della premiazione, ha voluto ribadire l’affetto che prova verso questa maglia.

Sono molto contento di essere tornato, lo stadio è ancora più bello. Onestamente non immaginavo di realizzare così tante cose con l’Inter quando sono arrivato qui. Mi ha aiutato molto giocare subito, buttarmi nella mischia subito. Mi ha aiutato ad adattarmi nel mio nuovo club. Emozione oggi? Un onore per me essere accanto a questi nomi blasonati, sono strafelice di essere qui. Solo un messaggio ai tifosi, sempre forza Inter.

Re Leone 

Due soli gli anni trascorsi all’Inter per Samuel Eto’o, ma che anni!
Arrivato dal Barcellona, si vedeva che non era un giocatore come gli altri, un giocatore di tutt’altra stazza e presenza fisica in campo.
Già nella sua prima partita disputata in nerazzurro (finale di Supercoppa Italiana contro la Lazio) ha dato modo di far vedere ai tifosi le sue maestrie: Samuel segna a ridosso della fine del secondo tempo e, seppur perdendo la partita, tutti si resero conto che quello in campo era un giocatore inarrestabile.
Non solo un attaccante, ma un uomo tutto campo: si sacrifica molto per la squadra, aiuta nella fase difensiva e segna valanghe di reti, nessuno come lui.

67 le presenze in nerazzurro e 33 le reti totalizzate (di cui 21 in quel magico 2010) e tra questi, il magico gol segnato al Chelsea di Ancelotti negli ottavi di finale di Champions League del 2010: siamo al minuto 33 della ripresa, palla perfetta di Sneijder per Eto’o che di esterno destro in corsa batte Turnbull e porta i nerazzurri ai quarti, gli stessi che poi vinceranno la competizione quello stesso anno.
I suoi anni all’Inter sono stati quelli tra i più prolifici: ben 6 i trofei ottenuti in soli due anni trascorsi a Milano.

Il suo legame con l’Inter è da sempre stato fortissimo, e fortissimo è stato il segno lasciato: classe, potenza, forza e carisma, i quattro ingredienti per formare un giocatore sublime e lui, li aveva tutti.

Il futuro

Questi sono sicuramente campioni che hanno fatto la storia dell’Inter e da cui tutti dovrebbero imparare.
Chissà chi saranno i futuri nomi ad entrare nella gloriosa storia del club nerazzurro, magari qualcuno di questi si starà allenando proprio in questo momento con mister Inzaghi in vista della prossima gara.

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