Alla vigilia di una gara che tutti noi tifosi aspettavamo da tempo, andiamo ad analizzare i sistemi di gioco di Liverpool ed Inter.
Le due squadre hanno avuto due soli precedenti fino ad oggi, uno in semifinale di Coppa dei campioni nel 1965, trofeo poi conquistato dalla formazione di Helenio Herrera, e l’altro nel 2008 con l’eliminazione agli ottavi di Champions della compagine targata Ibra e Mancini.
Differenti nei moduli, nella gestione della palla e dei momenti di gioco nella partita, tutte e due le squadre hanno lo stesso obiettivo: dominare ed imporre il gioco.
Inzaghi cercherà un possesso palla più prolungato arretrando di qualche metro il baricentro, il Liverpool invece cercherà di fare densità proponendo un calcio più aggressivo soprattutto a livello di intensità.
Focus generale
Vedremo dal vivo il famoso Gegenpressing, marchio di fabbrica di Klopp, che sarà fondamentale in fase di non possesso per trasformare la transizione negativa in positiva con un recupero altissimo della palla.
Le 3 punte sono molto attive in fase di riposizionamento arretrato, per fare densità e reimpostare l’azione (vedi sotto l’analisi difensiva 4-1-2-3).
Attenzione a D. Jota a uomo su Brozovic per permettere alle mezzali Reds gli 1 contro 1 con Calhanoglu e Vidal.
Anche dietro ci saranno 1 contro 1, con i terzini che dovranno stare attenti agli esterni nerazzurri e viceversa, visti i piedi buoni di Robertson ed Alexander Arnold; sulla nostra parte difensiva ci sarà lo scontro tra Bastoni e Salah.
Inter: Jolly offensivo ed esterni fotonici
Edin Dzeko regista avanzato
Il bosniaco non è il classico centravanti d’area bensì un 9 e mezzo, presente in area al momento opportuno ma con la capacità di svariare e di coordinare tutte le azioni avanzate, consentendo a Sanchez (o Lautaro) di avere una sponda e concludere, o di far inserire i centrocampisti.
Come partner Inzaghi potrebbe decidere di schierare Sanchez (più utile tra le linee o come seconda punta avanzata), oppure Lautaro predisposto al sacrificio ma anche più pronto a concludere se gli capita l’occasione.
Dumfries e Perisic: Imprevedibilità in attacco
L’olandese e il bionico croato saranno gli interpreti delle due corsie laterali, il primo con un percorso in crescendo (prestazione maiuscola a Napoli nell’ultima giornata) e il secondo una totale garanzia dal punto di vista fisico e tattico.
I due giocatori alzando molto il baricentro dialogheranno con gli attaccanti aumentando l’imprevedibilità, faranno sponda con Dzeko per aggirare la linea difensiva del Liverpool e proveranno a tenere bassi i due straordinari esterni Alexander Arnold e Robertson.
Fondamentali i tempi di gioco e le scelte sul come affondare, difendere o scambiare di prima la palla.
Difesa attenta e movimenti tra i reparti
Verrà richiesto ai quinti di aiutare i 3 mediani in fase di copertura e sarà fondamentale gestire i momenti di pressing con e senza la palla, perché avanzare ed arretrare il baricentro sembra facile, ma è molto più complicato da attuare se fatto in modo non corretto e senza sincronia.
Il recupero in extremis di Bastoni sarebbe fondamentale per gestire scalate e distanze tra i due reparti.
Altro punto fondamentale sarà la capacità di Vidal di eseguire le due fasi nonostante il minor dinamismo rispetto allo squalificato Barella.
Liverpool: Top player ed alta intensità
Un sistema ormai collaudato: 4-3-3
Il 4-3-3 classico dei Reds non da mai punti di riferimento all’avversario ed ha come obiettivo il controllo del gioco in mezzo al campo.
Il baricentro rimane sempre molto alto, grazie a difensori di assoluto livello, eccellenti nel gioco aereo e in marcatura, e al portiere, bravo tra i pali e coi piedi in impostazione
Fase offensiva: (1) 2-3-2-3
Klopp pretende grande intensità, pressione alta, gioco verticale, terzini e mediani che si interscambiano tra loro per cercare spazi, o che creano densità in appoggio alle 3 punte quando le difese avversarie sono chiuse.
Le innumerevoli transizioni negative e positive, scatenano le qualità fisiche di grandi atleti come Manè, Salah, Alexander Arnold, Henderson e Robertson
Fase difensiva: 4-1-2-3:
Anche nella fase difensiva la squadra arretra rapidamente, le ali accorciano velocemente in modo tale da aumentare la densità e chiudere gli spazi, con l’ausilio dei mediani e dell’intero reparto difensivo.
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